sabato 12 novembre 2016

LA CADUTA DEL MAINSTREAM E DELLO STAR SYSTEM - prima parte



Partiamo da vari fatti incontestabili:
la campagna elettorale di queste presidenziali è stata una delle più squallide della storia degli Stati Uniti, piena di attacchi sessisti, persino inchieste governative e richieste di impeachment ben prima della candidatura, linguaggio scurrile, manifestanti che si picchiano tra di loro, manifestazioni contro i manifestanti, sabotaggi dei vari comizi, attentati falsi e veri (non lo sapremo mai) contro i candidati, salute cagionevole di una delle candidate, guerra interna e fratricida tra esponenti degli stessi partiti (Sanders contro Clinton e Trump contro tutti i candidati repubblicani), crisi internazionali (la faccenda wikileaks-hacker-Russia); l'onda di tutto questo caos continua anche nel post elezioni con un clima di odio mai visto dopo una tornata elettorale, con migliaia di manifestanti in varie città americane contro Trump, un'America mai così divisa nel voto (ricordiamo che la Clinton ha vinto il voto popolare con più di 220mila voti), non c'è nessun paragone passato possibile.
Uno degli ultimi candidati fortemente ostracizzati e fortemente odiati da una parte degli Stati Uniti è stato Bush Junior, ma la situazione non è assolutamente paragonabile, prima di tutto perchè è vero che una parte dello star system (più per una questione di immagine in molti casi, che di vero e proprio sentire ideologico)  si schierò fortemente contro di lui, ma in realtà, una forte parte dei mass-media oltre ad appoggiarlo, nel caso di dissenso, non andavano mai oltre gli attacchi politici, era un semplice giornalismo d'opposizione. Bush era un forte elemento dell'estabilishment ed anche in quel caso i dissensi dello star system non hanno mai raggiunto il livello attuale, in più Bush usava sempre l'arma del ricatto dell'11 settembre e del trauma collettivo (ritorniamo sempre alla questione stimolo-risposta indicata nel prologo a questo articolo) per rimanere sulla cresta dell'onda, cosa che gli ha garantito ben due mandati presidenziali.
Era un altro mondo, senza social network e dove i blog e l'informazione 2.0 erano agli albori e il mainstream aveva il completo monopolio nella creazione dei giusti stimoli sensoriali utili a generare la risposta desiderata da parte del grande pubblico.
Altro fatto incontestabile é il grandissimo appoggio delle lobby verso la Clinton, è stata infatti una delle campagna elettorali più costose della storia. La Clinton ad esempio ha speso 137 milioni in più di spot elettorali rispetto a Trump. In generale tra i vari candidati si afferma che è probabile che la cifra spesa superi i 6 miliardi di dollari, pensate come ci tengono a manipolarci se tutti investono così tanto in campagna elettorale.
Uno dei candidati che ha ottenuto più investimenti è stato Jeff Bush (più di 100milioni) seguito dalla Clinton, mentre Trump essendo un miliardario si è per lo più autofinanziato, cosa anomala in una campagna presidenziale americana post-moderna. Di come tutta questa marea di soldi non abbia pagato e sia finita al cesso, ne ho già ampiamente parlato nel mio ultimo articolo sui candidati presidenziali.
Da qui emerge come Trump, essendosi autofinanziato, ha reso solamente in apparenza molto facile la vita agli altri candidati, infatti mai nella storia delle campagne elettorali, il massimo candidato alla presidenza di un partito ha ricevuto un attacco così forte e compatto dai media. In quest'ultimo anno di campagna elettorale gli attacchi verso Trump sono stati giornalieri, sono usciti filmati vecchi di dieci anni su di lui che faceva discorsi sessisti, donne che lo accusavano di averle sfruttate sessualmente, persino un attacco diretto del Vaticano su voce di Papa Francesco che riguardo al muro che Trump vorrebbe far costruire tra Usa e Messico, ha dichiarato che "Trump non è un cristiano". Per la prima volta nella storia delle campagne presidenziali, molti leader mondiali si sono schierati apertamente a favore della Clinton, anche nelle nostre lande la stampa era unita ad incensare la Clinton e dare addosso a Trump. L'ingerenza di leader esteri nelle elezioni americane ( a favore soprattutto della Clinton) è stata così anomala che persino la Clinton e i democratici hanno creato una crisi internazionale con la Russia accusata di essere dietro gli attacchi hacker e di Wikileaks e che dietro Trump ci sia Putin.
In più, mai un candidato alla presidenza è stato paragonato dal mainstream ai peggiori dittatori della storia. Trump è stato soprannominato "Hitler, Mussolini, Pol Pot, Stalin, Napoleone" e aggiungeteci cos'altro voi volete.
Lo star system da par suo è stato, tranne davvero rarissime eccezioni, completamente compatto contro Trump. Il comizio con veste semi-nazista di Lady Gaga a favore della Clinton, la promessa di milioni di pompini da parte di Madonna se vinceva la Clinton, gli insulti da bar via videomessaggio di De niro, sono solamente quelli che in futuro rimarranno più impressi.
Ecco le varie star che hanno appoggiato apertamente la Clinton:
Robert De niro, Leonardo Di Caprio, Meryl Streep, Beyonce, Lady Gaga, Tom Hanks, Katy Perry, Madonna, George Clooney, Elton John, le due leggende del basket Magic Johnson e LeBron James, Jennifer Lopez e Marc Anthony, Miley Cyrus, Mia Farrow, Anne Hathaway, Steven Spielberg, Larry Flynt, Matt Damon, Jane Fonda, Dustin Hoffman, Drew Barrymore, Cher, Karl Lagerfeld, Ben Harper, Orlando Bloom, Eva Langoria, Jon Bon Jovi, Snoop Dogg, Ben Affleck, Jennifer Garner, Richard Gere, Barbra Streisand, Morgan Freeman, Sean Penn, Sigourney Weaver e tanti tanti altri, praticamente la parte più importante di una delle fabbriche più importanti nella creazione dell'immaginario occidentale.
da "the wall" Pink Floyd
Per Trump la situazione è completamente capovolta, l'appoggio proviene da personaggi considerati instabili e comunque decaduti tipo Mike Tyson, Kid Rock o Rodman. L'unico personaggio di un certo peso è Clint Eastwood.
Cosa è successo allora? Abbiamo un candidato presidenziale che per la prima volta nella storia viene attaccato in modo compatto da coloro che da oramai quasi un secolo hanno il monopolio nella creazione dell'immaginario collettivo umano (mass media e star system), un candidato che vista la sua ricchezza spropositata, neanche ha bisogno del finanziamento delle lobby, tutte compatte nell'appoggio verso Jeff Bush, Clinton e la maggioranza degli altri candidati; abbiamo gli spauracchi di ogni complottista che si rispetti, da Soros a Rockfeller a Rotschild che per la prima volta apertamente si schierano contro un candidato, finanziando persino vari movimenti per creare contestazioni ai comizi di Trump, mi vengono in mente i "black lives matter", abbiamo persino accuse (sempre verso Trump) di tradimento della patria e una crisi internazionale creata dal caso degli hacker e di wikileaks contro la Clinton, insomma una potenza di fuoco da parte dell'estabilishment e del mainstream che non si era mai vista. Come mai ha vinto Trump e cosa questo significa?
Mi ripeto perchè tutto questo mio discorso può far pensare che io ritenga Trump il salvatore dell'umanità ed un candidato affidabile, assolutamente no, lo ritengo un esperimento ed un'anomalia e questo è innegabile.
Cosa è successo il 9 novembre 2016, giorno in cui il mondo ha assistito all'ufficializzazione della vittoria di Trump? La morte del mainstream e dello star system. E' così evidente che persino il mainstream stesso è costretto ad ammetterlo. Vi è stata la consapevolezza tremenda da parte dell'elite che i media mainstream e tutto il loro complesso di giullari (dalla politica, alla cultura e allo spettacolo) non ha più lo stesso potere dissuatorio del passato. Nonostante i miliardi e le pubblicità che i candidati dell'estabilishment hanno avuto, ha vinto un outsider attaccato dal suo stesso partito, hanno vinto il passaparola, l'informazione alternativa e wikileaks. Il mainstream è ancora molto potente (Clinton nonostante gli scandali, le inchieste e nonostante fosse il candidato più impresentabile della storia delle campagne elettorali USA, ha vinto comunque il voto popolare), ma ha perso per la prima volta il monopolio dell'informazione.

Chi ha votato Trump sono persone che se non si informano in rete, votano, come ben evidenziato da Michael Moore, per mandare il più grande vaffanculo all'estabilishment mai visto nella storia moderna. Sono i perdenti della nostra società.
E' stata la campagna elettorale dove i complottisti sono stati addirittura tra i protagonisti ufficiali. Alex Jones è oramai un magnate della contro informazione alternativa (uno dei pionieri sulla versione alternativa dell'11 settembre) con milioni di ascoltatori. Ha appoggiato apertamente sin dall'inizio Trump, lo ha intervistato ed ha ottenuto persino dallo stesso Trump un ringraziamento pubblico. Grazie a lui è partita anche una campagna di invasione dei comizi di Bill Clinton e della candidata presidenziale consorte, che ha avuto enorme successo, con una serie di magliette e striscioni su Clinton stupratore e certamente l'aggettivo Killary divenuto famoso in tutto il mondo probabilmente proviene da loro.
Stiamo parlando di una questione che nemmeno la fantapolitica più avveniristica poteva prevedere fino a degli anni fa (tranne in questi ed in pochi altri lidi, come in questo interessante articolo), perché i complottisti sono impegnati a pensare che tutto sia una merda e che l'elite è onnipotente, troppo presi ad articolare la propria visione in un'accusa che raramente si svolge in qualcosa mirato a creare.
Stiamo parlando del grosso dei politici, intellettuali, Star, che erano sicuri della vittoria della Clinton, di giornali che il giorno e settimane prima dedicavano le loro copertine al sicuro "primo presidente donna". Stiamo parlando di intellettuali, giornalisti e politici come Napolitano, che traumatizzati dal risultato addirittura pubblicamente attaccano il sistema democratico con frasi eversive che del tempo fa avrebbero schifato l'opinione pubblica. Napolitano ha chiaramente detto "vittoria Trump evento sconvolgente per il suffragio universale". E' stato un cortocircuito informativo, una Caporetto o meglio ancora un 11 settembre dell'informazione mainstream e visto che siamo in un blog che si occupa per lo più di sincronie e analisi simboliche, a non pochi in America è saltato all'occhio che la vittoria ufficiale di Trump è avvenuta il 9/11 secondo il calendario europeo ed 11/9 (un 11 settembre capovolto) secondo l'ordine americano. Trump come vedremo in un successivo articolo è fortemente legato simbolicamente all'11 settembre.
Per la prima volta un'elezione americana è stata persa dal mainstream e dall'estabilishment. Questo inevitabilmente da cosa voi pensate di Trump e Clinton è una verità incontestabile ed evidente.
Non bisogna fare un discorso superficiale sulla persona Trump che in tutto questo gioco è solamente un forte simbolo. Il magnate americano è una persona che sta stare al mondo, ha amici potenti e la scelta del semi-ufficiale neo-con, Pence, come vice-presidente, fa capire come Trump cerchi di ingraziarsi i "powers to be" americani o almeno far "buon viso a cattivo gioco". Trump non è uno sprovveduto, sa chi comanda in America e sa chi deve ingraziarsi ed è probabile che favorirà diverse elite. Trump infatti ha probabilmente avuto appoggi dal cosiddetto deep state americano, una fazione elitaria contraria ai neo-con.
L'elite infatti non teme Trump, teme chi appoggia Trump, ciò che simboleggia, ciò che ha rappresentato il 9 novembre 2016, ovvero la fine del mainstream come strumento manipolatorio principale nella creazione d'etats d'esprit. E' una pedina che oramai è stata persa.
In realtà per noi in Italia ciò che sta succedendo negli Stati Uniti non è una novità. Come dichiarato in un mio articolo passato, il bel paese è stato sempre una sorta di laboratorio nella creazione di nuove concezioni di società e di potere. La vittoria dell'm5s, la sua campagna elettorale, gli attacchi della stampa, sono addirittura speculari a quelli di Trump, diciamo pure simili nelle modalità. L'm5s ha simbolizzato ed ha acceso la miccia per la morte dei partiti politici, per lo più in Italia inizialmente. La vittoria di Trump, con più visibilità mondiale e più pregnante simbolicamente, rappresenta una morte da anni dichiarata, ovvero quella dei media mainstream. L'm5s, la Brexit (stessa campagna mediatica anch'essa speculare a quella di Trump e dell'm5s), la stessa vittoria della Raggi nella mangiatoia dei parassiti mondiali come Roma e tanti altri eventi meno pubblicizzati, sono stati segnali che hanno trovato la loro compiutezza nell'elezione di Trump.
Questo è stato il vero trauma, non la persona Trump.
Come successo anche in passato, grazie al sistema del finanziamento lobbystico, in realtà grazie ai media mainstream, che fanno fruttare i soldi investiti dalle lobby sui vari candidati, è praticamente impossibile che un candidato presidente in America sia inviso all'estabilishment. Trump è un nome conosciuto dai lobbysti ed anche apprezzato per la sua maniera di fare soldi ed influenzare la coscienza collettiva americana (qui in Italia lo scoprono solo oggi, ma è famosissimo negli Usa dagli anni '80). Nessuno ha preso inizialmente sul serio la sua candidatura e comunque lo si è lasciato fare. Quando poi grazie al sua carisma e al suo essere famoso (un pò come Beppe Grillo deriso quando disse di scendere in politica), si è capito che poteva andare avanti, sono cominciati gli attacchi. Da una parte i powers to be vogliono essere sempre certi che qualunque giocatore li appoggi direttamente ed indirettamente, quindi ci sarà stato qualche accordo sottobanco con Trump, dall'altro gli attacchi ufficiali, anche di chi fino a poco tempo prima era suo amico, sono continuati. Si pensava di poterlo arginare come si è sempre fatto da oramai quasi un secolo, ovvero con scandali e mettendogli contro tutto il mainstream. Ora se non c'è un appoggio di un qualche potere dietro le quinte, un tipo come Trump non ha vita lunga e non ci vuole niente a corrompere i grandi elettori il 19 dicembre, giorno in cui ufficializzeranno definitivamente la sua candidatura, creare manifestazioni di dissenso (come sta avvenendo), impeachment o in casi estremi e disperati, creare un nuovo caso Kennedy, lo sanno tutti dalla casalinga di Voghera fino al radical chic.
Resta il fatto che il trauma collettivo e la morte dei media mainstream il 9 novembre 2016 é un evento genuino ed appunto realmente traumatico per i powers to be, che sanno di dover utilizzare in futuro altre armi di manipolazione, hanno preso consapevolezza che i media sono crollati rovinosamente nel loro sistema di persuasione verso una vasta parte della popolazione mondiale, in una realtà che gli sta sfuggendo di mano, sempre più liquida, poco controllabile, in cui il risaputo sta crollando rovinosamente.
Tenendo in conto tutto questo, c'è anche da dire che dietro Trump c'è una piccola parte dell'estabilishment estero (Russia e company) e amici governativi interni (wikileaks, inchieste fbi) che hanno capito che il giocattolino da loro creato si sta rompendo. La globalizzazione neo liberista è un fallimento, la capacità di indottrinare e creare un nuovo immaginario da parte dell'estabilishment sta letteralmente scomparendo, non hanno più la capacità passata di direzionare l'intera opinione pubblica, viviamo in una realtà liquida ed in continuo mutamento, dove è impossibile una sedimentazione ideologica e chi non è fuori dalla realtà ha capito che l'Occidente non sarà il protagonista del XXI° secolo. I più avveniristici e visionari hanno anche capito che l'intero sistema e l'intera visione della realtà, per vari motivi, sta per crollare, quindi semplicemente questa elite, sicuramente più saggia di quelle rampanti che hanno il dominio attuale del sistema, non vuole far la fine dell'URSS e dell'impero romano e mira a ridimensionarsi o in casi più estremi creare una sorta di reset come avvenne dopo la seconda guerra mondiale, con un cambio a 360 gradi della geopolitica mondiale.
Il potere cosciente di sé, é perfettamente consapevole della natura ciclica della realtà e sa che ogni tot di tempo è utile una inversione ad U, un reset del sistema, una ritirata strategica, o meglio ancora una distruzione del gioco per crearne uno più al passo con i tempi. Qualcuno però ai piani alti non accetta più il metodo del reset e della distruzione (che potrebbe voler dire guerra nucleare, soprattutto in un mondo liquido come il nostro dove risulta difficile sedimentarsi al potere. Tutti vedono l'ignoto più profondo nel loro futuro, la psicostoria di Hari Seldon ha partorito il Mulo* e quindi qualcuno ha capito di non dover più scherzare con il fuoco e preferisce una demolizione controllata del Sistema tramite Trump.
"Chi troppo vuole, nulla stringe", tutti i saggi lo sanno e non tutti sono psicopatici nelle alte sfere e molti studiano anche Sun Tzu "La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile, si mostri maldestro; chi è utile, si mostri inutile. Chi è affabile, si mostri scostante; chi è scostante, si mostri affabile". La consapevolezza che l'unipolarismo americano è oramai solamente un miraggio, che l'Occidente non è più il boss dell'immaginario, il rischio di una guerra globale, l'orrore del finanziamento ai terroristi e del traffico di esseri umani, porta molti ad appoggiare una visione multipolare del mondo, a farsi da parte come intelligentemente fece l'URSS all'inizio degli anni 90, scongiurandoci un conflitto globale.
Molti poteri per sopravvivere sanno di doversi mettere da parte e allontanare gli psicopatici.
Questi secondo me sono i poteri dietro a Trump, non per forza benefici, ma sicuramente più saggi e più aderenti alla realtà.
Non sarà facile per molti poteri ridimensionarsi e farsi da parte. Un uragano è in arrivo ed in realtà si sta già abbattendo sulle nostre lande. Molti semplicemente credono che sia utile ritirarsi durante quest'uragano per poi darci di nuovo dentro una volta che la tempesta sia passata. In realtà la coscienza collettiva di influenza aquariana per così dire, lascerà l'acqua scorrere, porterà a vivere più a contatto con i ritmi naturali, autodistruggerà il proprio stile di vita e tutta la civiltà dei lustrini, sarà più cinica e meno ideologica e manipolatoria. Vi sarà un caos enorme che porterà ad una popolazione più consapevole e responsabile del contesto in cui vive. La democrazia rappresentativa sarà vista nel modo in cui oggi noi vediamo il comunismo. La delega naturalmente non scomparirà, ma sarà fondata su basi diverse. Questo naturalmente non ha nulla a che vedere con Trump, ma chi ingenuamente crede in lui e persino qualche potentato, non vuole più un'impero dominante.

Fine prima parte

1 commento:

  1. Stiamo assistendo al contrario del "riflusso nel privato" partito dopo il 1977. Quarant'anni dopo, le dinamiche del neo-liberismo iniziato negli anni 80 sono divenute incontrollabili, pericolose, autodistruttive e una parte dei piani alti lo sa benissimo. Carter e Reagan sono stati i presidenti dell'inizio del riflusso (e quindi del dominio del mercato, del superindividualismo e della società liquida/vaporosa), Trump e il - per ora inconcepibile - suo successore, saranno i presidenti della fine del riflusso e dunque della globalizzazione basata sul mercatismo e sulla superfinanza...e forse - spero - succederà anche qualcosa di più...

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